I Cosplay

Cosplayer in tutto il mondo!


La parola cosplay nasce dalla fusione delle parole inglesi “costume” cioè costume e “play” gioco. Serve per indicare l’usanza di travestirsi come un personaggio di un fumetto, un videogioco, un film. Il trucco di essere un buon cosplayer (il nome usato per chi si traveste) non è solo avere un bel costume il più somigliante possibile al originale, ma anche imitare i gesti del personaggio calandosi completamente nei suoi panni.


Il primo cosplay sembra essere apparso in America nel 1939, ma sarà tra gli anni ’70 e ’80 che il fenomeno prenderà piede proprio in Giappone (nel 1984 un reporter giapponese userà ufficialmente la parola che tutti noi usiamo al giorno d’oggi).
Questo fenomeno si consacrò definitivamente nel 1995 quando un gruppo di ragazzi di Tokyo indosso dei costumi ispirati alla serie Neon Genesis Evangelion e un giornale giapponese ci scrisse un articolo sopra. Da allora il cosplay si è diffuso sempre di più contagiando tutto il mondo.
In Italia, il cosplay inizia a comparire negli anni novanta al interno delle più importanti fiere del fumetto (come i Lucca Comics&Games, i Romics, i Torino Comics), nelle mostre mercato o alle convention del settore (i cosi detto Comic-con).

Dal 2003, il World Cosplay Summit (WCS) a Nagoya in Giappone è divenuto l’evento annuale di maggior rilievo internazionale. Altrettanto importanti sono il Tokyo International Anime Fair e la Convention Jump Festa.
Legati ai cosplay, sono nate delle vere e proprie celebrità che vengono considerate delle vere e proprie professioniste e a Tokyo il quartiere maggiormente frequentato da Cosplayer è Harajuku, dove ogni domenica i cosplayer si radunano mettendosi a disposizione dei turisti per fare fotografie. Ad ogni angolo ci sono gruppi di ragazze e ragazzi in costume e anche i negozi delle vie sono a tema.


Il cosplay è legato indissolubilmente al Giappone tanto che i personaggi maggiormente rappresentati fanno parte di manga o anime, ma vengono rappresentati anche quelli dei videogiochi, di band musicali (particolarmente J-pop, J-Rock, K-Pop o K-Rock), di giochi di ruolo, di film, telefilm e di libri. Parlando dei cosplayer legati ai gruppi musicali giapponesi, molti gruppi di giovani in costume si esibiscono in coreografie delle canzoni più famose e apprezzate dei loro cantanti preferiti o di esistenti gruppi idol. Come esempio, a me subito viene in mente l’anime “Love Live! School Idol Project”, ma ce ne sono veramente tanti nella storia degli anime giapponesi (anche Creamy per chi la ricordasse era un Idol e a volte la si vede ancora tra i Cosplayer).
Esistono poi i cosi detti cross-players che sono coloro che realizzano cosplay di personaggi del sesso oppost anche se è una pratica del cosplay non sempre accettata dalla massa.


Fare un Cosplay? Sicuramente crearsi un costume per un cosplay è costoso se lo si vuole fare bene. Non è facile trovare il materiale giusto (per lo meno qui in Italia) e se non si è capace a cucire bisogna rivolgersi a delle brave sarte disposte a cimentarsi in creazioni spesso fantasiose (e parlo per esperienza personale dato che sono anni che vorrei andare ai Lucca Comics&Games con un costume decente, ma non ci riesco.)
Molti costumi sono venduti già pronti online, ma quelli a buon mercato sono decisamente brutti mentre quelli belli non sono mai a prezzi inferiori ai 150 euro e non sono quasi mai completi dato che mancano solitamente le parrucche (necessarie per gli anime giapponesi) e le calzature.

Un altro elemento importante per essere un cosplayer? Essere coraggiosi! Perché? Pensate a come sono vestiti molti dei personaggi di anime e manga o di videogiochi (abiti succinti, sbracciati, calzoncini corti, etc.) e provate a travestirvi in quel modo in pieno inverno o nel bel mezzo di un temporale con i fiocchi (successo alla sottoscritta) e poi vediamo se non serve una buona dose di coraggio e di passione per portare a termine il proprio cosplay.

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