L'Inchino

15, 30 o... 45?


Tutti siamo a conoscenza dell’usanza giapponese di inchinarsi quando si incontra o si conosce qualcuno, il contatto fisico in Giappone viene spesso evitato soprattutto se non si conosce bene l’altra persona quindi non bisogna mai allungare la mano quando ci si presenta o ci si ritroverà in un silenzio imbarazzante.
L’inchino giapponese si chiama ojigi, ma gli inchini sono tutti uguali? Ovviamente no quindi vediamo di conoscerli insieme.


In Giappone l'inchino è molto più che un semplice saluto, è una vera e propria forma di rispetto e non solo verso le persone. Infatti se mai andrete nel paese del Sol Levante, potrete notare che riceverete un inchino anche in momenti in cui vi sembreranno inutili. Tutti si inchinano: operai al lavoro, addetti del aeroporto, i commessi al ingresso di un negozio, la gente davanti a un tempio. L’inchino fa talmente parte della vita quotidiana dei Giapponesi che vi potrà capitare di vedere delle persone accennare degli inchini anche mentre parlano al telefono.
Le persone si inchinano sia per salutarvi con rispetto sia per il rispetto che provano nei confronti del lavoro che svolgono o del luogo in cui si trovano. I Giapponesi non vedono l’inchino come una forma di sottomissione come facciamo noi occidentali (visione derivata dal periodo dei vassallaggi), ma deriva dal confucianesimo e riguarda il rispetto del superiore e della società in generale.

L’inchino è poi la forma di saluto per eccellenza in Giappone. Strette di mano, baci e abbracci non sono diffusi, a volte si potrebbe agitare una mano, ma solo se si ha veramente confidenza con la persona che si ha di fronte.
Tra amici è normale un leggero abbassare del capo in segno di saluto, ma gli inchini diventano sempre più profondi a seconda del rango della persona che si ha davanti, in base all’età o al significato che si vuole trasmettere.
L’inchino perfetto prevede braccia lungo il corpo, schiena dritta allineata perfettamente con il capo e sguardo basso.

I Vari Tipi di Inchini


-Seiza o l’inchino da seduto: è l’inchino usato nelle cerimonie e nelle arti marziali e ha come posizione di partenza quella da seduto in maniera corretta.
-Mokurei o il cenno del capo: il più diffuso tra gli inchini, anche se non lo si può definire proprio tale dato che è solo un inclinare della testa, ma viene usato con parenti e amici.
-Eshaku o il saluto quotidiano: è un saluto generico di circa 15° di angolazione che viene usato subito dopo il mokurei quotidianamente.
-Keirei o il riguardo: si usa davanti ai propri superiori al lavoro o a qualcuno di rango sociale più elevato. Un’inclinazione di circa 30°, più profondo rispetto al precedente, ma senza esagerare.
-Saikeirei o il massimo rispetto: il più formale tra gli inchini usato principalmente in situazioni molto formali con inclinazione di circa 45° (per esempio in presenza del imperatore).
-Dogeza o quando le scuse non bastano: prevede il prostrarsi a terra quando il saikeirei non è sufficiente. Significa profondo pentimento per un’azione molto grave oppure si usa per chiedere un enorme favore. La posa è data da mani a terra e testa talmente bassa da toccare il pavimento e deriva dall'usanza del antico Giappone di quando qualcuno implorava per la propria vita.
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